Split Payment: cos'è, come funziona e come usare le API

Cos'è il regime dello split payment, quando si applica e come risolvere i problemi di fatturazione con le API

API Insights

  • Autore: Alessandra Caraffa
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  • Data: 10/10/2024
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  • Lettura: 4 min

Il regime dello split payment, introdotto nel 2015 per contrastare l’evasione fiscale, è un particolare regime destinato ai fornitori della Pubblica Amministrazione che riguarda la liquidazione e il versamento dell’IVA.

Quando un fornitore presta i suoi servizi a un ente pubblico, l’IVA non viene versata dal fornitore - che a sua volta la addebita al cliente in fattura - ma viene corrisposta all’Erario direttamente dal cliente.

L’obbligo di split payment per la Pubblica Amministrazione vale anche per diverse società quotate, che vengono incluse in appositi elenchi split payment resi noti dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. 

Vediamo quindi più nel dettaglio come funziona lo split payment, cosa deve scrivere in fattura un fornitore della PA e come risolvere i problemi di fatturazione con le API.

Split payment: cos’è?

Lo split payment è un regime di versamento dell’IVA destinato ai fornitori della Pubblica Amministrazione, delle società controllate dallo Stato o da altri enti pubblici e di alcune società quotate incluse nell’indice FTSE MIB. 

Nel momento in cui viene applicata la scissione dei pagamenti (letteralmente split payment), il valore dell'imponibile e quello dell’IVA corrispondente prendono strade diverse. Mentre il valore del bene ceduto segue la via tradizionale e viene corrisposto al venditore, l’Imposta sul Valore Aggiunto viene versata direttamente dal cliente, senza mai passare per il portafoglio del fornitore.

Questo particolare regime fiscale è stato introdotto con la Legge 190/2014 allo scopo di contrastare l’evasione dell’IVA. Inizialmente era previsto che l’Italia potesse utilizzare lo split payment fino al giugno 2023, ma una decisione del Consiglio UE del 25 luglio dello stesso anno ha prorogato la possibilità di utilizzare questo meccanismo fino al 30 giugno 2026.

Come funziona il regime di split payment?

Il regime di split payment prevede una particolare scissione dei pagamenti nel momento in cui si cedono beni o servizi alla Pubblica Amministrazione. 

Se il cliente è un ente pubblico o una delle società riportate negli elenchi stilati dal MEF, il fornitore non deve addebitare l’IVA al cliente, poiché l’imposta viene versata direttamente da quest’ultimo tramite F24 o seguendo altre procedure accettate. 

In sostanza, l’IVA viene scissa dal resto della transazione e viene addebitata automaticamente al cliente, saltando il passaggio in cui il fornitore carica l’imposta sulla controparte. Generalmente, infatti, il fornitore addebita l’IVA al cliente in fattura e si occupa poi di versarla all’Erario.

Quando si applica il regime di split payment, invece, il fornitore incassa il corrispettivo per beni e servizi forniti al netto dell’IVA, cosa che ovviamente deve essere indicata in fattura. 

Sono esclusi dal meccanismo dello split payment i professionisti in regime forfettario o di vantaggio, quelli che applicano la ritenuta d’acconto e i soggetti a inversione contabile o reverse charge, per i quali l’IVA è già a carico del cliente.

Split payment: quali sono i soggetti obbligati?

La Pubblica Amministrazione non è l’unico cliente finale cui va applicato lo split payment. A partire dal 2017, infatti, questo regime si applica anche alle operazioni effettuate nei confronti delle società controllate da Pubbliche Amministrazioni e delle società quotate incluse nell’indice FTSE MIB.

Oltre a enti pubblici, università e la PA in generale, sono obbligati allo split payment tutti i soggetti indicati all’art. 17-ter, c. 1-bis del D.P.R. 633/1972, ovvero:

  • enti pubblici economici nazionali, regionali e locali, incluse le aziende speciali;
  • fondazioni partecipate da amministrazioni pubbliche per almeno il 70%;
  • società controllate direttamente dallo Stato;
  • società controllate dalle amministrazioni pubbliche, da fondazioni a partecipazione pubblica o da società controllate;
  • società a partecipazione pubblica per almeno il 70%;
  • società quotate inserite nell’indice FTSE MIB della Borsa italiana identificate da apposita lista del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

In ogni caso, gli elenchi split payment 2024 sono disponibili sul sito del Dipartimento delle Finanze, mentre l’individuazione delle PA fa riferimento all’elenco pubblicato sul sito dell’Indice delle Pubbliche Amministrazioni. 

Fattura elettronica e split payment

Le fatture elettroniche in split payment PA finiscono nel registro IVA vendite, ma l’IVA esposta in fattura non deve entrare nella liquidazione IVA del fornitore, in quanto il cliente paga l’imposta direttamente all’Erario senza mai corrisponderla alla controparte.

Questo implica che la fattura debba essere registrata con un conto IVA diverso, per evitare che venga calcolata tra le imposte da versare. Un altro sistema per la contabilità dello split payment consiste nel registrare un’unica scrittura in cui l’IVA viene riportata sia in dare che in avere.

La fattura elettronica deve riportare la dicitura “Operazione soggetta a split payment – il cedente non incassa l’Iva ai sensi dell’ex art.17-ter del D.P.R. 633/1972, l’acquirente è obbligato al versamento all’Agenzia delle Entrate”.

Nel campo Esigibilità IVA, andrà invece indicato il valore “S”, che fa riferimento proprio allo split payment. Per il resto, non ci sono particolari regole da seguire per l’emissione della fattura in split payment IVA.

Come risolvere i problemi di fatturazione tramite API

Questa eccezione al versamento dell’IVA comporta l’esigenza di poter verificare in maniera rapida e sicura se l’azienda a cui si sta inviando una fattura elettronica rientra nel regime di split payment.

Per aziende ed e-commerce che emettono un gran numero di documenti commerciali, infatti, la verifica manuale di ogni fattura in uscita non è un’opzione. In quel caso, è necessario automatizzare il processo di verifica split payment, in modo da sapere in tempo reale se un’impresa è sottoposta a tale regime oppure no.

Il servizio Split Payment di Openapi nasce proprio a questo scopo: consente infatti di eseguire questa verifica tramite API, in real time, semplicemente inserendo il codice fiscale o la Partita IVA dell’azienda in questione, fornendo allo stesso tempo informazioni utili come la denominazione completa e la data di iscrizione all’elenco.

 

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