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SAE e RAE: cosa sono, a cosa servono, come ottenerli

Affidabilità creditizia delle imprese: a che servono i codici SAE e RAE della Banca d'Italia e come ottenerli

Codici RAE e SAE

SAE e RAE sono codici usati dalle banche italiane per classificare le imprese a fini statistici e definire il loro livello di affidabilità creditizia. Questi codici numerici, a volte richiesti dalle banche per pratiche amministrative come l’apertura di un nuovo conto corrente, servono a descrivere le caratteristiche di un soggetto economico secondo uno standard riconosciuto a livello internazionale e comunitario.

Il codice RAE è stato dismesso nel 2010 in favore del codice Ateco, che individua il settore dell’attività economica, mentre il codice SAE viene ancora attribuito dagli intermediari bancari e finanziari. A differenza dell’Ateco, però, il codice SAE non è riportato in visura né all’interno del Registro delle Imprese.

Codici RAE e SAE: cosa sono e a che servono

RAE e SAE sono codici nati per permettere alle banche di censire le attività economiche delle imprese e classificare la clientela in base a parametri oggettivi, come l’assetto societario o il numero di dipendenti. Questi codici, talvolta ancora necessari per avviare pratiche come l’apertura di un conto corrente o la richiesta di un finanziamento, erano un tempo assegnati dalla Banca d’Italia tramite apposite circolari. 

Come previsto dal terzo aggiornamento della Circolare n. 140 dell’11 febbraio 1991, il codice RAE è stato dismesso a partire dal giugno 2010, sostituito dal codice Ateco dell’Istat. Ateco e RAE (Ramo di attività economica), in effetti, servivano allo stesso scopo: entrambi identificavano le attività delle imprese in base al NACE (Nomenclature of Economic Activities in the European Community), la classificazione statistica delle attività economiche della Comunità europea.

Il codice SAE (Settore o Sottogruppo di attività economica), invece, classifica la clientela delle banche in base a criteri d’altro tipo che riguardano la forma societaria, la natura finanziaria o meno dell’attività, il numero di addetti e l’area geografica di riferimento. Insieme all’Ateco, il SAE permette alle banche di classificare i soggetti in maniera uniforme facendo riferimento alle nomenclature adottate dall’Istat, che a loro volta riflettono lo standard comune adottato dall’Unione Europea.

Come stabilire il codice SAE e RAE di un’impresa?

Il codice Ateco ha sostituito il RAE ormai da tempo: i codici RAE non vengono più assegnati, e la Banca d’Italia non fornisce più informazioni RAE alle imprese. Il SAE, al contrario, continua ad essere attribuito ai soggetti economici operanti in Italia. Sostituito anch’esso dall’Ateco per fini fiscali e amministrativi, il codice SAE viene infatti utilizzato da banche e istituti di credito per la classificazione della clientela a fini statistici e per valutarne il livello di affidabilità.

A differenza del codice Ateco, obbligatorio per la registrazione di qualunque attività economica, il codice SAE non è riportato nel Registro delle Imprese né si trova all’interno della visura camerale. Come ricorda la Banca d’Italia, la classificazione SAE “non ha valore certificativo, non rappresenta un elemento costitutivo della natura giuridica o economica dei soggetti e non produce effetti giuridici nei loro confronti”.

Per ottenere il codice SAE è necessario rivolgersi agli intermediari bancari e finanziari, che hanno il compito di attribuire e verificare il SAE secondo le istruzioni contenute nella Circolare n. 140 della Banca d’Italia. 

Come ottenere i codici Ateco e SAE di un’azienda

Insieme a bilanci, report finanziari ed eventuali segnalazioni di eventi negativi come protesti e procedure, i codici Ateco e SAE rientrano nei dati che permettono di avere un quadro completo delle dimensioni e delle caratteristiche di un’azienda. Perciò, oltre che per finalità statistiche, vengono utilizzati dagli istituti bancari per valutare il merito creditizio delle imprese, ovvero la loro capacità di rimborsare eventuali debiti.

Dati del genere possono trovare utilità anche al di fuori del contesto bancario, configurandosi come un utile strumento per statistiche commerciali o per eventuali indagini preliminari finalizzate a investimenti e nuove collaborazioni. 

Il codice Ateco, abbiamo visto, è riportato all’interno della visura camerale, perciò è molto semplice da ottenere. Il codice SAE, d’altro canto, è utilizzato essenzialmente per scopi interni alle banche, perciò non rientra tra i dati pubblici riportati nel Registro delle Imprese. Per risalire al codice SAE di un’impresa è necessario fare riferimento, ancora una volta, alla Circolare n. 140 della Banca d’Italia, che riporta l’intera classificazione. 

I codici SAE delle imprese italiane sono oggi accessibili anche tramite API: Ateco, NACE, SIC, RAE e SAE rientrano infatti negli oltre 1300 dati aziendali inclusi nel report Full Company di Openapi. È possibile ottenere RAE e SAE di un’azienda anche utilizzando il servizio Antiriciclaggio (AML), che permette di ottenere in pochi secondi tutti i dati certificati per la verifica Antiriciclaggio delle aziende.

Codici RAE e SAE: cosa sono e dove si trovano
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